Paul Pogba è padrone del suo destino, Tevez anche. Sostanzialmente, emerge questo dall’intervista di Beppe Marotta al Corsera. L’amministratore delegato della Juventus spiega le strategie bianconere per i prossimi mesi. E aggiunge che l’autostima, cresciuta grazie alle vittorie, ha fatto cambiare idea anche i campioni, che ora non direbbero di no a Madama.

“E’ cambiato l’appeal. Prima si faceva fatica e incentivare i giocatore a venire. L’esempio è Di Natale, che ha rifiutato il trasferimento. Oggi c’è la corsa per venire da noi. E parlo dei top player. Noi vogliamo andare ancora più in alto e centrare ancora più gli obiettivi. Possiamo farlo. Nella prossima estate, dobbiamo alzare nuovamente il livello di qualità. Pogba resta protagonista del suo destino, e se decide di andare via sarà difficile trattenerlo. Ma per ora non ha manifestato la volontà di andare via. Il problema è quando a un giocatore viene offerto un contratto due o tre volte migliori di quello attualmente in essere. Stiamo parlando di dieci milioni netti a stagione”.

Tevez e Morata:

“Carlos ha un contratto fino al 2016 e non abbiamo ancora parlato del futuro. A lui dobbiamo tanto, ma lui deve tanto alla Società. Se dovesse decidere di lasciare la Juve, ci dovremo adeguare. Su Morata sono state fatte scelte tecniche, ma anche di bilancio. Abbiamo ceduto Immobile perché lui voleva andare al Borussia e abbiamo puntato su Alvaro perché era il giovane giusto per noi. Ma parlare di un campione è prematuro: serve la conferma del secondo anno”.

Marotta e il suo futuro: “Nella Juventus sto benissimo e vorrei terminare la carriera qui. Poi valuterei un ruolo istituzionale”. Figc e Lega:

“La Juve, con il presidente Agnelli, si è sempre schierata contro questo tipo di governance, che riteniamo inadeguata. Il fatto è che ci sono personaggi che pensano di essere onnipotenti, ma sono solo onnipresenti. Nel prossimo consiglio federale si parlerà di seconde proprietà, che non esistono altrove e sono interesse di una sola persona: Lotito. Ma cosa succede se la Salernitana viene in A dove c’è già la Lazio?”.

Le concorrenti:

“Per vincere bisogna tenere una squadra con un blocco granitico. Se cambi continuamente, è difficile trovare la famosa amalgama che Massimino voleva acquistare. La crisi di Milan e Inter è un danno per tutto il movimento. Sarebbe stato bello lottare per lo scudetto anche con loro”.

Il cambio, da Conte ad Allegri:

“Sapevamo di correre un rischio, sia a livello mediatico sia popolare. Però abbiamo scelto il migliore a disposizione in quel momento. E lo abbiamo supportato. Se metti l’allenatore nelle condizioni di lavorare bene, darà il meglio di sé. E Allegri lo sta facendo. La frase di Conte? ‘Non si entra in un ristorante da 100 euro con 10’ forse era meglio non sentirla, ma rientra nel suo carattere. Credo che società, allenatore e giocatori valgano un 33 per cento a testa. Senza Conte, bisognava trovare nuove motivazioni”.

L’ultima battuta è su Calciopoli e la sentenza della Cassazione: “Disparità di trattamento subito. Basta leggere la relazione di Palazzi”.

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ultimo aggiornamento: 25-03-2015


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